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Italia, la sicurezza domestica è la prima preoccupazione

La cronaca di certo non aiuta: anche se negli ultimi tempi il tema sembra essere passato in secondo piano, soltanto […]

La cronaca di certo non aiuta: anche se negli ultimi tempi il tema sembra essere passato in secondo piano, soltanto qualche mese fa non c’era edizione dei TG che non raccontavano di problematiche legate alla sicurezza domestica, tra furti in casa, rapine o altre situazioni rischiose, con annesse polemiche e dibattiti sulla cosiddetta “legittima difesa“.

Il problema della sicurezza domestica. Ora l’agenda setting dei media sembra concentrata su altre questioni, ma nella percezione degli italiani il problema resta: secondo una recente ricerca Risco Group, società specializzata nel mercato della sicurezza dei sistemi, tra le motivazioni che stanno dietro al boom della domotica e dell’introduzione di tecnologie smart nelle abitazioni di tutta Italia c’è proprio l’esigenza di mettersi al riparo da visite e situazioni indesiderate.

L’apporto della tecnologia. Nello studio presentato qualche settimana fa, infatti, al primo posto tra i criteri che spingono i nostri connazionali ad acquistare un dispositivo domotico (o a pensare di farlo nel breve periodo) c’è proprio la necessità di fornire la propria casa di maggiore sicurezza, invocata quasi dall’80 per cento degli intervistati. Una vera e propria urgenza, che doppia in volume le motivazioni successive come la possibilità di ridurre i consumi offerta da questi sistemi e quella di contare su un maggior comfort domestico, che si fermano intorno al 40 per cento delle risposte.

I dispositivi domotici offrono tranquillità. Di conseguenza, sta aumentando la spesa per fornire le proprie abitazioni di sistemi pensati per offrire tranquillità agli inquilini: se la tecnologia offre un grande aiuto, con impianti di sorveglianza, videocitofoni utilizzabili anche da remoto e ogni genere di allarme sofisticato, non meno importante si rivela l’attenzione a componenti come porte e finestre, che possono essere le vie di ingresso per situazioni spiacevoli e intrusioni di soggetti con intenzioni criminose.

Le misure di protezione antintrusione in casa. Ad esempio, il Centro Studi sull’Economia Immobiliare di Tecnoborsa – Csei ha analizzato gli investimenti degli italiani in sistemi per la sicurezza domestica nel corso dell’ultimo anno, rivelando che chi vive in una villa con più appartamenti e o in un complesso di ville a schiera è tendenzialmente più preoccupato della propria incolumità rispetto a chi invece vive in centro città e in condominio. Infatti, proprio in questi segmenti si concentrano le spese private per le misure di protezione antintrusione di terzi, mentre nei condomini gli interventi mirati alla sicurezza hanno interessato lo stabile in generale.

Come rendere più sicure le finestre. Uno dei primi rimedi utili a chi vive situazioni legate all’ansia da intrusione esterna può essere la sostituzione di alcune componenti della propria abitazione in ottica “sicurezza“: il mercato oggi propone sistemi di porte rinforzate e blindate in grado di resistere a lungo a urti e tentativi di effrazione, e lo sviluppo ora sta interessando anche le finestre. Una delle società leader a livello internazionale di questo comparto, la Oknoplast, propone ad esempio soluzioni come finestre con speciale vetro antisfondamento, con le lastre spesse 4 millimetri e unite attraverso pellicole antieffrazione, che è garantito contro gli urti, anche ripetiti, attuati con un oggetto metallico. Altrettanto sicuro (e rassicurante) è la piastra antitrapano, composta di una lega di acciaio, che si posiziona all’interno dell’anta della finestra e impedisce l’apertura delle stesse ante dall’esterno, anche utilizzando un trapano.