Chi può guidare un’auto in noleggio a lungo termine
Una delle domande più comuni relative al noleggio a lungo termine riguarda chi, oltre all’intestatario del contratto, sia effettivamente autorizzato […]
Una delle domande più comuni relative al noleggio a lungo termine riguarda chi, oltre all’intestatario del contratto, sia effettivamente autorizzato a mettersi al volante del veicolo. La flessibilità di questa formula di mobilità si estende anche alle policy di guida, ma è fondamentale conoscere le regole stabilite sia dalla normativa vigente sia dalle clausole contrattuali specifiche di ogni società di noleggio. In linea generale, la guida non è limitata al solo firmatario, ma è estesa a determinate categorie di persone, a condizione che vengano rispettati alcuni requisiti e, in certi casi, che vengano fornite specifiche comunicazioni alla società proprietaria del mezzo. Comprendere chi può utilizzare le macchine in noleggio a lungo termine è essenziale per evitare problemi con le coperture assicurative in caso di sinistro e per garantire un utilizzo del veicolo sereno e conforme alle condizioni pattuite.
La regola generale: il nucleo familiare
La prassi più diffusa tra le società di noleggio prevede che il veicolo possa essere guidato, oltre che dall’intestatario del contratto, anche dai suoi familiari conviventi. Questo significa che il coniuge, i figli o altri parenti che condividono la stessa residenza anagrafica del firmatario sono solitamente autorizzati alla guida senza la necessità di ulteriori comunicazioni formali. Questa estensione si basa sul principio che il nucleo familiare condivide l’utilizzo del bene. È comunque sempre consigliabile verificare con attenzione le condizioni generali del proprio contratto, poiché alcune compagnie potrebbero richiedere che i nominativi dei familiari vengano specificati al momento della stipula, pur senza costi aggiuntivi. I requisiti minimi, come il possesso di una patente di guida in corso di validità da almeno un anno, restano ovviamente un presupposto indispensabile per chiunque si metta alla guida.
L’autorizzazione a terzi e i conducenti aggiuntivi
Qualora si presenti la necessità di far guidare l’automobile a persone esterne al nucleo familiare convivente, come ad esempio un amico, un collega o un parente non residente, la procedura cambia. In questi casi, non è sufficiente una semplice autorizzazione verbale. È necessario comunicare formalmente alla società di noleggio il nominativo del conducente aggiuntivo. Questa persona deve essere ufficialmente inserita nel contratto di noleggio come guidatore autorizzato. Spesso questa operazione può comportare un piccolo costo supplementare sul canone mensile, necessario per estendere la copertura assicurativa anche a tale soggetto. Ignorare questo passaggio è fortemente sconsigliato: in caso di incidente causato da un conducente non autorizzato, la compagnia assicurativa potrebbe esercitare il diritto di rivalsa, addebitando tutti i costi del danno all’intestatario del contratto.
Il caso specifico delle auto aziendali
Il contesto delle flotte aziendali presenta dinamiche ancora diverse. Quando un’auto viene noleggiata da un’azienda per essere concessa in uso a un proprio dipendente (il cosiddetto “fringe benefit”), la guida è normalmente consentita al dipendente assegnatario e, spesso, anche ai suoi familiari conviventi, secondo le medesime regole viste per i contratti privati. Tuttavia, le policy aziendali possono introdurre ulteriori specifiche. Ad esempio, l’azienda potrebbe estendere l’autorizzazione alla guida anche ad altri dipendenti o collaboratori per esigenze lavorative. In queste situazioni, è l’azienda stessa che, in accordo con la società di noleggio, definisce e comunica l’elenco dei soggetti autorizzati. La corretta gestione di queste autorizzazioni è cruciale per la copertura assicurativa e per la responsabilità legale in caso di sinistri avvenuti durante l’orario di lavoro o per scopi aziendali.
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